Il 28 febbraio ricorre la Giornata delle malattie rare, un'occasione per contribuire a mantenere alta l’attenzione verso patologie per le quali la ricerca ricopre un ruolo importante nell’offrire ai pazienti una risposta a quesiti scientifici.
L’impegno di BMS nella Giornata delle malattie rare
Vengono definite malattie rare quelle patologie per le quali la soglia di incidenza sulla popolazione è inferiore a 5 casi ogni 10.000 persone. Si stima che in Italia soffrano di queste patologie oltre 2 milioni di persone, di queste 1 su 5 ha meno di 18 anni.
L’origine di queste malattie è nell’80% dei casi genetica e può manifestarsi in fase prenatale, durante l’infanzia e in alcuni casi in età adulta.
Nonostante le malattie rare siano contraddistinte da una certa numerosità ed eterogeneità, una caratteristica le accomuna, è la difficoltà di diagnosi rapida, che spesso si somma ad altre complessità, basti pensare che solo per il 5% delle persone che soffrono di una malattia rara esiste una cura. Numeri che evidenziano come la maggioranza non abbia accesso a trattamenti terapeutici. Questi aspetti, insieme all’età dei pazienti rendono ancora più complessa la ricerca.
La speranza per persone che lottano, in molti casi dalla nascita, con queste malattie rare, è poter avere accesso a una soluzione che curi la loro patologia.
In questo quadro la ricerca scientifica ricopre un ruolo fondamentale, sia per comprendere i meccanismi alla base delle malattie rare, sia per sviluppare nuove strategie terapeutiche.
Il mese di febbraio è per Celgene ora parte di Bristol Myers Squibb, l’occasione per supportare, insieme ad altre aziende, la campagna promossa da UNIAMO - Federazione Italiana Malattie Rare Onlus – a livello nazionale per ampliare la conoscenza delle malattie rare e la consapevolezza sulla numerosità delle persone che vivono con queste patologie. La campagna per tutta la durata del mese illuminerà le città con iniziative di rilevanza nazionale e comunicazioni integrate sui media tradizionali, canali social e il sito di UNIAMO.
Perché il nostro obiettivo è di aprire nuove prospettive per i pazienti. Nuove opzioni terapeutiche, nuove speranze.