Novembre è stato scelto dalla Global Lung Cancer Coalition come mese mondiale di sensibilizzazione sul tumore del polmone, che ancora oggi resta una delle prime cause di morte nei Paesi industrializzati. In particolare, in Italia, questa neoplasia è la prima causa di decesso per cancro negli uomini e la seconda nelle donne.
Nonostante il fumo di sigaretta rimanga la causa più comune, in 9 casi su 10 sono fattori di rischio la predisposizione genetica e l'esposizione a cancerogeni chimici, professionali (amianto, gas radon, metalli pesanti) o da inquinamento dell’aria. I tassi di sopravvivenza a 5 anni variano in funzione:
- dello stadio della malattia,
- del tipo di formazione ovvero, tumore polmonare “a piccole cellule” o “microcitoma” e “non a piccole cellule”, entrambi originati dal tessuto epiteliale che riveste le strutture polmonari,
- dalla diagnosi ancora in troppi casi (16-22%) tardiva.
A tale proposito, un aspetto fondamentale è il riconoscimento dei primi sintomi che spesso vengono confusi con i sintomi di altre malattie respiratorie, ad esempio tosse persistente, dolore al petto, raucedine, respiro corto, infezioni respiratorie, bronchiti o polmoniti frequenti, senso di debolezza, perdita di peso e di appetito.
In caso di manifestazioni sospette, è essenziale comunicare con il proprio medico curante e, se necessario, procedere con gli esami e con le visite specialistiche di approfondimento.
A livello preventivo, invece, la prima e più importante precauzione è senza dubbio evitare o smettere di fumare e, in caso di esposizione professionale, utilizzare sempre le misure di protezione previste per ridurre al minimo i rischi.
Nel quotidiano, le buone abitudini da cui dipende la nostra salute sono le stesse che ci aiutano a mantenere i polmoni sani: in particolare, esercizio fisico regolare e alimentazione ricca di frutta e verdura.
L’attenzione individuale è dunque fondamentale ma oggi, grazie ai progressi della ricerca e, soprattutto, alla rivoluzione introdotta dall’immunoterapia, l’approccio al cancro è totalmente cambiato e, anche per il tumore al polmone, si sono aperti nuovi promettenti scenari di cura e di stabilizzazione della malattia. Negli ultimi dieci anni, l’immunoterapia ha cambiato la storia naturale di molti tumori in fase avanzata, stimolando il sistema immunitario per renderlo più forte contro le neoplasie. Prima dell’immunoterapia, solo il 25% dei pazienti oncologici era vivo a un anno dalla diagnosi, mentre oggi il 49% dei casi trattati con queste nuovi armi terapeutiche è vivo a sei anni e mezzo. Nel 2017, dopo oltre 40 anni, l’immunoterapia ha rivoluzionato anche lo standard di cura del tumore polmonare in stadio avanzato in prima linea, cioè in pazienti mai trattati in precedenza, fino ad allora rappresentato dalla chemioterapia. In tale fattispecie, infatti, gli studi hanno dimostrato che, a un anno, il 70% dei pazienti trattati con l’immunoterapia era vivo rispetto a circa il 50% con chemioterapia.
Un risultato davvero straordinario, che dimostra quanto la storia della malattia sia ormai cambiata. Ma l’ambizione è di aumentare sempre di più l’efficacia e la personalizzazione dei trattamenti e Bristol Myers Squibb lavora ogni giorno accanto ai medici per vincere insieme a loro questa sfida.
Fonti: https://www.airc.it, https://www.bms.com/it, “Cancro, 10 anni di immunoterapia - Come è cambiata la lotta ai tumori fra successi, speranze e nuove sfide” (Mauro Boldrini Paolo Marchetti, Cairo editore).